Palazzo Doria Pamphilj
Il bed and breakfast Roma centro Glamour Center of Rome è situato a 15/20 minuti dal Palazzo Doria Pamphilj.
Vasto isolato, che sul Corso Umberto, Via del Plebiscito, Via della Gatta e Piazza del Collegio Romano, forma il complesso del Palazzo Doria Pamphilj, si compone di vari edifici innalzati in epoche diverse e con diverse architetture.
La grande facciata e gli appartamenti verso la Piazza del Collegio Romano costituiscono la parte più antica del Palazzo. Fu costruita su disegno di Pietro da Cortona (Berrettini), dall’architetto Del Grande, per commissione del principe Camillo Pamphilj, il quale, nel 1647, conduceva in sposa la giovanissima e leggiadra Olimpia Aldobrandini, rimasta vedova a 17 anni del Principe di Rossano. Ella appunto assegnava a patrimonio coniugale l’avito Palazzo già iniziato, la cui costruzione fu completata, ornando le finestre con la colomba, stemma di Casa Pamphilj.
L’edificio è sontuoso e sobrio nelle sue linee, che ancora conservano il profumo di classicità proprio del Cinquecento, senza cadere nell’incipiente barocchismo.Una grandiosa e comoda scala dà adito all’ampio salone di ingresso, che fu già Sala delle armerie e delle guardie d’onore. Misura ben 14 metri di lunghezza per 9 di larghezza e 16 di altezza, e si estende sopra una vòlta piana raccomandata a sole 4 colonne di granito: problema di statica risolto con vera maestria dal Del Grande, che formò così l’imponente accesso al piano terreno ed al giardino.
Questa enorme sala, adibita in seguito ad altro uso, fu completamente decorata da quadri dipinti ad olio dal pennello di Niccolò Poussin, in collaborazione col genero Gaspare Dughet, ad eccezione della parete verso la scala, ove una vaghissima tavola del Vasari rappresenta la Deposizione, ed una magnifica Conversazione mistica del Mola le fa riscontro; e sono sormontate da due scene bibliche del Mastellotti. Sopra la parete a destra, nel centro, tra le due porte che immettono ad altre sale, si ammira un bel ritratto ad olio su tela, che rappresenta la principessa Olimpia Aldobrandini Pamphilj e si ritiene opera di Carlo Maratta, che tanto si distinse in pittura e così genialmente nel ritratto.
Le porte di questa sala sono protette da cortinaggi in antico velluto controtagliato rosso su fondo lamato d’oro e con lo stesso disegno furono guarnite le finestre in tempo più recente. Il tappeto che ricopre il pavimento è un arazzo eseguito espressamente nella Manifattura arazziera di San Michele in Roma verso il 1850, con ricchissima bordura a fondo chiaro, ghirlande di fiori e scorniciature. Immediatamente a destra si apre la Sala ora del Trono, che in tempo poco posteriore al Pamphilj fu adibita come sala d’aspetto e d’ingresso all’appartamento, in luogo del grande salone. Anch’essa fu decorata da Gaspare Dughet, con quadri di paesaggio dipinti a tempera, che ancora si ammirano nella loro piacevole armonia, mentre l’affresco della vòlta che rappresenta II Sacrifìcio di Ifigenia è di mano dell’Agricola e il ritratto del pontefice Innocenzo X è opera di Benedetto Castiglione, erroneamente creduto del Theotocopulo (il Greco) che invece moriva venti anni prima della elezione del Pamphilj al papato.
Nella sala attigua, sulla destra del grande ingresso, stanno raccolti i ritratti della famiglia Doria, dipinti dal Capalti nel 1855; il busto in bronzo del papa Gregorio XV,ritenuto opera giovanile del Bernini, e l’altro in marmo che rappresenta donna Olimpia Aldobrandini consorte del principe Camillo Pamphilj, con la medesima acconciatura di capelli ed abbigliamento quale abbiamo veduto nel ritratto ad olio descritto. Proseguendo lungo la linea delle sale prospicienti il giardino, troviamo l’ammirevole Salottino ricoperto di antico broccatello verde e tutto in stile veneziano. L’adornano tre deliziosi quadri di Pietro Longhi: Il parlatorio al convento, La lezione di danze e II caffè al Ridotto. Questi dipinti furono descritti ed illustrati in una pubblicazione di Aldo Ravà ed i loro soggetti furono ripetuti con alcune varianti dallo stesso Longhi nelle Gallerie di Venezia. Della serie di quadri dipinti da Giuseppe Heinz (d’origine tedesca, ma cittadino onorario di Venezia e cavaliere di Speron d’Oro), che rappresentano le varie feste popolari di quella città, nella stanza di cui parliamo se ne mostra uno solo: La Piazza di San Marco nel Carnevale.
Il bed and breakfast roma centro Glamour Center of Rome è distante 15/20 minuti a piedi dal Palazzo Doria Pamphilj.
Dalla porta di sinistra di questo salottino si accede nella Sala cosidetta « dei Velluti » dove le pareti, le portiere, i fregi delle finestre e le poltrone sono ricoperti di velluti controtagliati rossi a fondo d’oro, di varie epoche, dal 1400 al 1700, velluti eseguiti a Genova nelle manifatture che lavoravano sotto il patronato dei Doria. Un tappeto in arazzo francese della fabbrica di Aubusson, con agli angoli gli stemmi dei Doria e dei Pamphilj copre riccamente il pavimento.
Sei grandi pitture ad olio di misure simmetriche, adatte al loro posto, adornano le pareti: Caino che uccide Abele, di Salvator Rosa; Il Sacrificio dì Abramo, di Benedetto Castiglione ; una Agar nel deserto con Ismaele morente, soccorsa dall’Angelo indicante la fonte, opera della prima e più gentile maniera del Ribera (Spagnoletto); Adone dormiente carezzato da Venere, d’intonazione Guercinesca eseguito dal Rubens, durante la sua dimora artistica in Italia; Narciso che si specchia nel ruscello, dipinto dal Cagnacci. Infine Mattia Preti eseguiva Agar nel deserto, con fare meno classico di quello che in genere sia la sua produzione, ma con spirito coloristico più decorativo.
I due busti in marmo del pontefice Innocenzo X e del fratello di lui Pamfilo Pamphilj furono eseguiti il primo da Gian Lorenzo Bernini e l’altro dal suo emulo Algardi.
Un mosaico fiorentino del 1500 in pietre dure, agate, corniole, diaspri e lapislazzoli, forma sopra una base scolpita in legno, composta da quattro delfini sulle onde del mare (allusione evidente alla potenza marittima del grande ammiraglio Andrea Doria), un tavolo quadrato che al Doria stesso fu donato dall’imperatore Carlo V. Su questo tavolo fu servita la colazione a Napoleone 1 nel suo breve passaggio da Genova.
II soffitto con decorazione a rilievo e ornamenti a chiaroscuro, racchiude tre affreschi : il centrale rappresentante Adone dormiente ammirato da Venere, e i due laterali soggetti di putti, dipinti dal Marmorelli.
La Sala da ballo, adiacente, è gaia e adatta alla sua lieta destinazione, e, ad eccezione della volta che conserva le antiche decorazioni, fu rinnovata con parato di seta ed ornata di marmo nel 1906.
L’arazzo che adorna questa sala è un bellissimo prodotto della Reale Manifattura dei Gobelins e fa parte di una serie eseguita sotto il regno di Luigi XIV, che doveva rappresentare i dodici mesi dell’anno, ma non fu mai completata ed è conosciuta sotto il nome di Serie delle Stagioni. Dei pochi pezzi che ne furono eseguiti, alcuni furono destinati al re Stanislao di Polonia. Due soli di tali arazzi figurano nelle collezioni del Palazzo Doria e questo rappresenta in colori smaglianti il mese di Maggio, trasportandoci in una festa campestre, ai giuochi della cuccagna, il premio della quale è conteso in un campo pieno di luce e di allegria, fra giovani arcieri e cavalieri.
Questa sala immette alla Galleria dei quadri di cui ci occuperemo più tardi. Entriamo prima dalla porta di fronte alle finestre nella Saletta contigua che oltre ad essere un gioiello di gaiezza, racchiude un meraviglioso tesoro con la serie dei suoi dodici arazzi grotteschi della Manifattura Reale dei Gobelins, eseguiti per ordine di Luigi XV sotto la direzione di Audran e la collaborazione dei più celebri artisti di quel tempo e principalmente del Berin e del Watteau. Vi sono raffigurati i dodici Mesi dell’anno. La boiserie che l’incornicia fu rinnovata sul principio del presente secolo e fu affidata ad artisti francesi.
Degni di nota, due grandi vasi di porcellana cinese decorati in bleu indico, dell’epoca imperiale dei Ming.
Nel Salotto seguente si ammira un altro arazzo che fa parte della serie delle Stagioni già descritta nella Sala da ballo; riproduce scene di pattinaggio in un paesaggio coperto di neve, di bellissima composizione e colorito; come l’altro incorniciato da un ricco bordo a fiori con l’emblema del Re Sole nei centri laterali, lo stemma con i gigli di Francia nel mezzo della parte superiore e le due L incrociate ai quattro lati. In basso, a destra, si legge il nome di Cozette, artista pittore e direttore nella Manifattura, e questo arazzo rappresenta il mese di Dicembre come dimostra il segno dello zodiaco che lo accompagna.
Adornano infine questa Sala le sette pitture seguenti : ai lati dell’arazzo vediamo due pannelli dipinti ad olio su tavola da Breughel dei Velluti, nei quali sono rappresentati due degli elementi e cioè il Fuoco e la Terra. Gli altri due si trovano nella Galleria.
È sorprendente in essi la giusta intonazione d’ambiente e la minuziosa esecuzione di ogni più piccolo particolare. Il primo di questi pannelli, fra rovine di monumenti romani, prende soggetto dalla mitologica fucina di Vulcano dove il dio del fuoco riceve dalla dea Tetide la commissione per le armi di Achille. Gli attrezzi, le attitudini e le movenze dei due divini personaggi contornati da amorini e da aiutanti, più che una pittura si direbbero la rappresentazione di un piccolo poema. L’altro pannello si svolge in un campo di paesaggio florescente e racchiude giovani danzatrici adorne di fiori e circondate da animali. Breughel ha riprodotto gli stessi soggetti in varie serie che si ammirano nelle principali Gallerie e collezioni private di Europa.
Sul lato sinistro della sala si scorge un grandioso ritratto di un Sindaco di Bruxelles, la cui fattura e il colorito della faccia fanno pensare a Franz Hals, mentre il vestito e le mani rivelano la prima maniera di Van Dyck e qualche cosa vicina a quella di Rembrandt.
Il Roma centro bed and breakfast Glamour Center of Rome è facilmente raggiungibile dal Palazzo Doria Pamphilj a piedi o con i mezzi pubblici.
Chiunque sia il maestro che ha eseguito questo nobile ritratto e il personaggio da lui rappresentato, la valentia del pittore fiammingo e l’importanza del personaggio rappresentato non potrebbero meglio risaltare.
Di fronte a questo, sul lato destro della stanza, si scorge un ritratto di dama della mano di Cornelius de Voss. Un giocondo ritratto di Giacomo III di Scozia, dipinto da Le Belle, figura incorniciato in un ovale leggero che armonizza graziosamente con la pittura.
Il pastello centrale fra le due finestre di fronte all’arazzo è uno dei più bei prodotti del Wien, che fu direttore dell’Accademia di Francia nella seconda metà del Settecento. Rappresenta un personaggio che indossa la toga rossa a risvolti gialli, usata fino alla metà del secolo XIX dal Governatore di Roma, e ci rammenta la strana storia di un gentiluomo straniero. Quel ritratto infatti rappresenta lo svedese Conte di Bielke, il quale per essersi convertito al cattolicismo fu esiliato dalla patria e dovette subire la confisca dei beni. Per ricompensarlo, il Papa lo nominò Governatore di Roma, ed in questa città mori appunto come si scorge dal tumulo che racchiude la salma, collocato nella piccola chiesa di S. Brigida in Piazza Farnese, chiesa, come è noto, di patronato nazionale Svedese.
Un’altra interessante piccola pittura di sapore inglese si trova di fronte al ritratto di Giacomo III. Rappresenta un gruppo di tre figure : nel centro si vede in costume di Minerva la Britannia che appoggia la destra sul braccio del giovane Newton, e alla sinistra, assiso sopra un seggio, sta il Gravesandt, celebre astronomo e fisico, che del Newton fu maestro.
Appresso a questa sala un grazioso Gabinetto a specchi e boise- ries dorate congiunge questa fila di sale alla Galleria dei quadri. La vòlta di questo gabinetto è affrescata dal Conca, ed è suddivisa in quattro scompartimenti, ben collegati fra di loro con stucchi dorati e variopinti. Vi sono raffigurati i quattro elementi: il Fuoco, VAria, V Acqua e la Terra. Nel centro è una formosa Venere. Le quattro sovraporte dipinte ad olio su tela rappresentano anch’esse i quattro elementi.
L’ affittacamere Roma centro Glamour Center of Rome, come il Palazzo Doria Pamphilj è situato nel centro di Roma.